Canyonlands Parco Nazionale

Paesaggi e formazioni rocciose dai colori brillanti, gole profonde e dipinti rupestri: è la magia di un universo selvaggio, custodito nel cuore dell’Utah. Si tratta anche di tutti quegli elementi che rendono celebre Canyonlands, il più esteso parco nazionale dell’Utah. Questo enorme parco che si estende per circa 1.300 kmq al di fuori di Moab, e che si presta all’avventura, non affascina solamente gli amanti dello sport e della natura, bensì anche coloro che vi arrivano alla ricerca di tranquillità e di stimoli culturali. Ci si potrebbe trascorrere un’intera esistenza senza riuscire a scoprirlo in ogni suo angolo.

I fiumi Colorado e Green River hanno solcato l’altopiano del Colorado scavando gole profonde, che hanno letteralmente diviso il parco in tre diverse aree recanti il nome di Island in the Sky, Needles e The Maze. Si tratta di tre sezioni con caratteristiche geologiche diverse e rispecchiate dal nome, che non sono in alcun modo collegate tra loro, ragion per cui non è possibile visitarne più di una singola, o al massimo due, nell’arco di una giornata di scoperta. Le passeggiate brevi, di 1 o 1,5 km appena, all’interno di Island in the Sky, così come quelle più lunghe e impegnative nell’area di Needles, conducono i visitatori attraverso rovine, punti di osservazione, archi naturali in pietra e meravigliose formazioni geologiche. Per potersi inoltrare in bici, a piedi, per potere compiere un giro in barca o un tour in fuoristrada all’interno del parco occorre registrare il proprio ingresso. Oltre ai costi per accedere al parco, potrebbero essere applicate altre imposte. Il clima nell’area di Canyonlands è fortemente secco, e in estate le temperature superano spesso i 40 gradi, mentre risultano gradevoli nella stagione autunnale e in quella primaverile, quando si attestano intorno ai 25 gradi. Rare sono le precipitazioni nevose in inverno, dato che le temperature scendono sotto lo zero dando vita a gelate.

Photo: NPS_Kait ThomasGli studiosi credono che l’area, così come molti altri luoghi circostanti, fosse abitata già 5.000 anni fa. Gli geologi hanno scoperto nella parte meridionale del parco tracce di pitture rupestri, che risalirebbero al nono secolo e che pensano siano attribuibili a membri della cultura di Fremont, composta da cacciatori, raccoglitori e agricoltori che vivevano in caverne o in semplici abitazioni di pietra. In seguito, a popolare l’area sono arrivati anche gli indiani Anasazi, i quali non sono semplicemente passati da questi luoghi lasciando dipinti sulla roccia, ma anch’essi vi hanno trovato riparo in caverne e insediamenti rupestri. Le aree in prossimità dei fiumi e riguardate da inondazioni si sono prestate ottimamente alla coltivazione del mais e della zucca, attività alla quale gli abitanti hanno affiancato l’allevamento dei tacchini, importanti per la carne così come per il loro piumaggio usato a fini decorativi. Non ci sono evidenze sulle ragioni che spinsero gli Anasazi a lasciare questa regione. Possiamo supporre che sia dipeso dall’alternanza di periodi di siccità seguiti da violente inondazioni, così come dall’arrivo degli indiani Ute. Sia gli Ute che i Navajos vissero sicuramente fino alla fine del diciottesimo secolo nell’area del parco, per poi essere costretti a spostarsi all’arrivo di cowboy, allevatori e mormoni. Nel 1869 John Wesley, militare, ricercatore e cartografo, ricevette la missione di esplorare Canyonland. Alcune delle imprese rappresentarono una vera e propria sfida per il suo team, proprio a causa delle gole e delle rapide pericolosissime, come quelle presenti nel Cataract Canyon. Tuttavia l’esplorazione ebbe il merito di fornire per la prima volta dati geologici e topografici precisi. Il 12 settembre 1964, Canyonlands fu riconosciuto parco nazionale.

Il punto più semplice da raggiungere partendo da Moab è l’area di Needles. Needles, una strada lunga ben 16 km e disseminata di attrattive paesaggistiche, chiarisce immediatamente al visitatore cosa si cela dietro al nome di quest’area del parco. Creazioni svettanti in pietra arenaria, interrotte occasionalmente da un discreto numero di altre formazioni rocciose, quali colonne, archi in pietra e gole, caratterizzano quest’area e offrono uno spettacolo indimenticabile. Questo tour può essere completato in al massimo un paio d’ore. Tuttavia, trovandosi la maggior parte di queste bellissime formazione rocciose, delle rovine indiane e anche dei pittogrammi nell’entroterra, risultano raggiungibili solo con i fuoristrada o a piedi per sentieri impegnativi. The Needles offre una varietà di sentieri che uniti tra loro raggiungono circa i 100 km e che risultano tutti impegnativi. Elephant Hill Trailhead è un punto di partenza ideale per escursioni di lunghezza, durata e difficoltà variabili. Muovendosi attraverso il paesaggio, ci si imbatte in tre diverse aree di campeggio ben attrezzate: sulla disponibilità di posti al loro interno fornisce informazioni il centro visitatori all’ingresso del parco, aperto tutti i giorni dalle 9:00 alle 16:00, eccetto nei mesi di dicembre e gennaio. Anche gli amanti dell’off-road hanno appuntamento fisso a Trailhead, poiché è proprio da qui che parte uno dei percorsi Cross-Country tra i più impegnativi. Alcuni di questi richiedono che non si soffra di vertigini e che si rimanga padroni di sé stessi anche in situazioni complicate, ma, tolto questo, l’avventura è garantita al 100%. Diversamente che in Europa, gli sport off-road non sono visiti male negli Stati Uniti, con la sola raccomandazione di attenersi ai percorsi ritenuti adatti. 

Island in the Sky è l’area più a nord e più elevata del parco, adagiata su un enorme altopiano: guardandola si ha effettivamente la sensazione di vedere un’isola sospesa nel cielo. Una strada che si snoda per 36 km offre tra le viste più spettacolari che è possibile trovare a Canyonlands; inoltre il centro visitatori, aperto ogni giorno dalle 9:00 alle 16:00, dispensa informazioni utili su tutte le attrattive e le possibilità di svago fruibili in questa sezione del parco. Gettando lo sguardo sui dintorni da Grand View Point Overlook è possibile ammirare la bellezza di un canyon dopo l’altro, in tutte le direzioni e con una visuale oltre i 150 km. Da diversi punti di osservazione è possibile vedere fino a 300 m più in giù il White Rim, un banco di pietra arenaria che segue i contorni dell’altopiano. Inoltre, Mesa Arch è tra gli archi naturali più impressionanti e più fotografati al mondo, con immagini spettacolari soprattutto al sorgere del sole. Quest’arco è raggiungibile a piedi percorrendo un breve sentiero di circa 30 minuti. Al di sotto di quest’area, i sentieri sono piuttosto selvaggi e poco battuti, ragion per cui è opportuno non avventurarsi in assenza di una mappa o di altri riferimenti topografici, senza dimenticare inoltre di fare anticipatamente rifornimento d’acqua, che non è altrimenti disponibile sui percorsi. Ad Island in the Sky non è raro inoltre imbattersi in cervi muli, coyote e linci rosse, sebbene le temperature elevate rendano il resto della fauna attiva principalmente la notte. Nonostante la vegetazione sia modesta, l’altopiano è inoltre abitato da molte specie di volatili, tra cui le poiane della Giamaica e varie specie di ghiandaie.

 

The Maze è considerata l’area più selvaggia dell’intero parco, nonché la più isolata: costituita da un groviglio di gole e di canyon, è nota come un vero e proprio “puzzle di pietra arenaria” che si estende per 80 kmq. Poiché è molto facile perdere l’orientamento, quest’area è considerata tra le più pericolose dell’intero parco nazionale. Per chi cerca una sfida impegnativa e al contempo un luogo isolato, the Maze è sicuramente l’opzione ideale, che richiede però tempo e un’ottima dose di indipendenza, considerato il livello di difficoltà e l’isolamento del posto. La maggior parte dei visitatori vi trascorre almeno tre giorni, ma è possibile programmare un’intera settimana senza che si corra il rischio di annoiarsi. L’opzione migliore è quella di partire per un’escursione a piedi o in mountain bike o, in alternativa, di arrivare in fuoristrada. In qualsiasi caso, è opportuno munirsi di mappa, di un GPS e di un cellulare con la batteria carica al massimo (la copertura non è sempre garantita). Per accedere a quest’area piuttosto isolata del parco nazionale occorre percorrere la Highway 24, seguendo i cartelli fino a che non si arriva a Flat Ranger mediante una strada non asfaltata: qui è possibile avere tutte le informazioni necessarie su The Maze. Gli orari d’apertura sono dalle 8:00 alle 16:30 di ogni giorno. Non è possibile sottolineare a sufficienza quanto sia importante fare il pieno di gasolio prima di partire all’avventura (non ci sono rifornimenti disponibili nell’area) e caricare il cellulare a sufficienza, tenendo presente il fatto che, dopo aver avvertito della propria presenza nel parco, possono occorrere giorni prima di essere effettivamente localizzati.

A nord-ovest rispetto a The Maze, troviamo l’Horseshoe Canyon che colpisce soprattutto per le figure di altezza incredibile, e di aspetto quasi spettrale, visibili sulle pareti di pietradi High Gallery, Alcove Gallery e infine di Great Gallery, una parete rocciosa di circa 60 metri. Queste figure sono databili a 2.000 anni fa e attribuibili alle popolazioni che abitavano Canyonlands. Le raffigurazioni rappresentano figure umane e animali, e sono considerate da molti come tra le più importanti del Nord America. La passeggiata qui prevista di 11 km ha una durata di circa 6 ore, mentre la luce migliore per fotografare è quella della prima mattinata.

Appassionati di sport acquatici? Canyonlands risponde anche a quest’esigenza. Uno dei percorsi rafting più amati e celebri dell’area è quello percorribile nel Cataract Canyon, che si trova nella parte sudorientale del parco. Il punto di partenza ideale per quattro salti bagnati tra onde impegnative è a Potash, località a sud-est di Moab. Da qui si snodano 155 km attraverso il Cataract Canyon in direzione di Hite Marina, sul Lake Powell: di questi, i primi 60 km sono abbastanza lineari e caratterizzati dal contrasto tra i riflessi rossi delle pietre e l’azzurro intenso del cielo. L’imbarcazione viaggia tranquilla mentre è possibile osservare formazioni rocciose, sculture in pietra arenaria e gli antichi insediamenti rupestri degli indiani. Al km 64 cambia tutto, là dove convergono le acque del Colorado e del Green River scoppia la scintilla dell’adrenalina. Proprio in prospettiva di una tale sfida fisica ed emotiva, si consiglia di pernottare in riva al fiume la notte precedente e di rilassarsi davanti a un bel fuoco e a un barbecue, in modo da essere completamente riposati e in forma per la traversata del giorno seguente. È il minimo quando si hanno davanti 29 rapide con nomi quali Little Niagara, Satan’s Gut e The Claw, che terranno gli avventurieri sospesi tra paura e speranza, tensione e divertimento. Non mancheranno onde, schiuma e accelerazioni deliranti. Non ci sarà assolutamente tempo per curarsi del paesaggio, poiché tutto ciò che conta è tenersi aggrappati, superare ogni passaggio… fino a che le acque del Colorado River non vadano a sfociare nel Lake Powell. A Moab, diverse agenzie offrono tour da 1 a 5 giorni completi di programma, equipaggiamento e provviste. Chiunque volesse affrontare le acque in maniera indipendente avrà bisogno di un’autorizzazione ad hoc, che è rilasciata dal centro visitatori dopo attenta verifica dell’equipaggiamento presentato.

Tutti gli altri possono invece rivolgersi a Western River Expeditions per prender parte a un tour guidato con un ente organizzatore che può vantare la dovuta esperienza sul campo. I rafting tour da 2 a 4 giorni nel Cataract Canyon prevedono un’esperienza di rafting di assoluta qualità attraverso rapide e turbolenze acquatiche, bellissime passeggiate, una prelibata selezione di cibi e, a coronare il tutto, la possibilità di sorvolare Canyonlads in direzione Moab. Un’esperienza complessiva che difficilmente si riuscirebbe a fare da soli. Inoltre, per chi desiderasse visitare anche il vicino parco nazionale di Arches esiste la possibilità di rivolgersi all’agenzia partner Moab Adventure Center, che offre anch’essa un’esperienza avventurosa variegata che vale la pena fare, vista anche la vicinanza geografica.

Tutti i visitatori che non vogliono prendere parte a un’esperienza con guida e desiderano avventurarsi autonomamente nella regione dei fiumi devono sempre informarsi sulle condizioni meteo e dei corsi d’acqua. In primavera ed estate sono tutt’altro che rare precipitazioni improvvise e violente che portano all’inondazione dei canyon. Lo stesso vale per i sentieri, che sono chiusi in caso di piogge violente. Col passare del tempo, in certe aree del parco ha preso vita un ecosistema autonomo e incontaminato nel quale si muovono diverse specie animali, quali, tra i mammiferi, volpi, tassi e linci che vivono piuttosto appartati. Si raccomanda di prestare particolare attenzione agli scorpioni e ai serpenti, di cui esistono sette diverse specie. Una di queste è il Midget-Faded Rattlesnake, un serpente a sonagli della prateria che può raggiungere il metro di lunghezza: se non preso alla sprovvista, si fa tuttavia immediatamente da parte nascondendosi sotto un sasso o in un cespuglio. Possibili “racconti dell’orrore” sui rari attacchi di serpenti hanno quasi sempre alla base un tentativo da parte umana di avvicinarsi al serpente e di toccarlo. Prestando la massima attenzione nelle prime ore del mattino e all’imbrunire, quando i serpenti sono maggiormente attivi, si è solitamente ben al sicuro. Nei parchi nazionali si raccomanda soprattutto cautela a quanti decidono di dedicarsi a sport estremi, altrimenti si è liberi di partire all’avventura senza ulteriori freni. Tenendo gli occhi ben aperti e ricordandosi sempre qual è la storia e l’origine del parco, è possibile godere appieno dei paesaggi e dell’ambiente magico di Canyonlands.

Ci sono due possibili vie da percorrere per arrivare a Canyonlands: dalla Highway 313 esiste un’uscita che conduce a Dead Horse Point di Island in the Sky. L’ingresso per Needles è invece raggiungibile a sud di Moab sulla Highway 211. L’accesso a The Maze avviene attraverso strade sconnesse e sterrato percorribile, come già detto, solo in fuoristrada. Sebbene già detto, non è certo superfluo ripeterlo: nel parco bisogna sempre assicurarsi di avere con sé acqua a sufficienza e di mantenere la dovuta distanza dagli animali selvatici!

Info:

La città di Moab non rappresenta solamente il punto d’accesso ai due meravigliosi parchi nazionali di Arches e Canyonlands, ma è anche un luogo in cui convergono turisti, fotografi, artisti, registi e amanti degli sport estremi. Le stagioni migliori per visitarla sono la primavera e l’autunno, sebbene l’inverno risulti anch’esso più che appropriato nel caso si cerchi tranquillità e il contatto con la natura. L’estate è una stagione troppo calda per le passeggiate sui sentieri e per i tour in mountain bike, ma assolutamente perfetta per gli appassionati del rafting sul fiume Colorado. La città offre infine una varietà di strutture ricettive e ristoranti, tra cui Aarchway Inn, che si trova nella parte periferica di Moab e offre una vista meravigliosa sulle Red Rocks; il bellissimo Cali Cochitta Bed & Breakfast ospitato in una casetta in stile vittoriano, incastonato lungo la riva solitaria del fiume Colorado, e infine il Sorrel River Ranch, a circa un’ora di distanza da Canyonlands.

Moab Centro Turistico
An der Ecke von Main und Center Street, Moab, UT 84532 * Tel: 1800-635-6622 * www.discovermoab.com

Canyonlands National Park, 2282 Resource Blvd. Moab, UT * Tel 435-719-2313
www.nps.gov/cany/index.htm

Besucherzentren gibt es sowohl im Island in the Sky (Tel: 435-259-4712) wie auch im Needles Bezirk
(Tel: 435-259-4711), beide täglich von 9 bis 16 Uhr geöffnet.
Backcountry Reservierung Tel: 435-259-4351

Western River Expeditions/Moab Adventure Center
225 South Main Street, Moab, UT 84532 * Tel: 801-942-6669 * 1-866-904-1160 (kostenfrei in USA)
www.westernriver.com * www.moabadventurecenter.com

Aarchway Inn
1551 North Highway 191, Moab, UT 84532 * Tel: 1-800-341-9359 * www.aarchwayinn.com

Cali Cochitta B&B
110 South 200 East, Moab, UT 84532 * Tel: 435-259-4961 * www.moabdreaminn.com

Sorrel River Ranch
HC 64 UT-128, Moab, UT 84532 * 435-259-4642 * www.sorrelriver.com

Photos: Moab Area Travel Council/Tom Till; NPS/Kait Thomas; NPS/Neal Herbert; Utah Office of Tourism; Western River Expeditions;


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